Dopo molti mesi di gestazione, finalmente è stato pubblicato questo libro, dedicato ad un “Metodo” didattico tutto italiano che – piaccia o meno – si è comunque conquistato un posto di rilievo nel mondo delle arti marziali orientali.
Come recita chiaramente il sottotitolo, il volume offre una ampia panoramica delle tecniche raggruppate nei cinque settori del “Metodo Bianchi” e dei relativo concatenamenti, che costituiscono il programma didattico che va dalla cintura nera alla cintura marrone. Il volume prende il posto dell’ormai introvabile “Programma Tecnico di Ju Jitsu”, sempre curato dal M° Bagnulo, che – edito più di vent’anni fa dall’allora FILPJK – ha contribuito a formare generazioni di jutsuka.

Rispetto al suo predecessore,il volume “Ju Jitsu – Metodo Bianchi” è corredato da testi in tre lingue (italiano, inglese e francese) a testimonianza dell’interesse che questo metodo didattico riscuote anche oltralpe. Altra fondamentale differenza è il ricchissimo apparato iconografico; se nella versione del 1995 erano due o tre disegni ad illustrare ciascuna delle tecniche presentate, in questo volume vengono invece utilizzate immagini ampie e dettagliate, con evidente vantaggio per il fruitore. Il M° Giancarlo Bagnulo, ottimamente coadiuvato da diversi collaboratori, offre per ciascuna delle tecniche presentate una esauriente disanima, senza peraltro dilungarsi nel tentativo – sostanzialmente inutile – di addentrarsi in verbose spiegazioni che poco o nulla aiuterebbero il lettore. Ovviamente non è possibile imparare il Ju Jitsu solo leggendo questo libro, come non è possibile addestrarsi in qualsiasi arte solo studiando la teoria, percui il libro va inteso piuttosto come un promemoria utile – se non indispensabile, specie per chi non ha la fortuna di poter contare su un insegnante a portata di keikogi.

​Oltre alla descrizione illustrata delle tecniche del “Metodo Bianchi”, il volume comprende due capitoli curati dal M° Giacomo Spartaco Bertoletti, un excursus sulle origini di quella che è per molti la madre di tutte le arti marziali orientali a mani nude, ed una panoramica storica dell’arrivo e diffusione in Italia del Ju Jitsu. Quantomai opportuno anche il breve ma significativo richiamo all’importanza dello “Zanshin” al termine della esecuzione di una tecnica, i cenni storici sulla nascita e sviluppo del “Metodo Bianchi” e l’illustrazione dei principi alla base di ciascuno dei cinque settori del Metodo.

Il corpus principale del volume è – ovviamente – costituito dalla illustrazione delle varie tecniche, raggruppare in funzione della progressione didattica indicata dal colore delle varie cinture indossate dal praticante ad evidenziazione del grado conseguito, per finire poi con alcuni esempi di applicazione di alcune delle tecniche nello specifico campo della difesa personale.
Il volume si presenta nella veste sobria ed elegante a cui ci ha abituato la Luni editrice, con una grafica chiara e testi ottimamente leggibili, tutte caratteristiche che aggiungono ulteriore valore ad una opera di cui si sentiva da molti anni la necessità.

Unici due peccatucci venalissimi – a parere di chi scrive (riportati per non far sembrare eccessivamente adulatoria questa recensione) sono una certa autoreferenzialità del M° Bertoletti in un paio di note a corredo del capitolo dedicato alla storia del Ju Jitsu in Italia e la mancata illustrazione fotografica dell’attacco portato da Uke (presa o atemi che sia) e quindi di come quindi comincia la tecnica presentata (mancanza che non crea problemi a chi la tecnica descritta la conosce, ma che potrebbe mettere in leggera difficoltà qualche principiante). Rilievi pignoli al limite della pedanteria, che non scalfiscono minimamente il valore e l’interesse di questo libro, consigliato non solo agli Jutsuka, ma anche a tutti coloro che vogliano avere una spiegazione chiara e lineare di come e quando si applicano tecniche e principi della “Dolce Arte”.

Giancarlo Bagnulo, Maestro 7 Dan di Ju Jitsu, Istruttore 3 Dan di Judo, insegnante tecnico di cultura fisica, abilitato all’insegnamento del metodo MGA (Metodo Globale Autodifesa), è esperto internazionale di Ju Jitsu e Self Defense; dal 1985 è membro della Commissione Tecnica Nazionale Ju Jitsu e della Commissione Nazionale d’esame per la cintura nera e gradi superiori, della quale è divenuto Presidente nel 2014. È stato docente di difesa personale MGA presso l’Istituto di Formazione della Polizia Penitenziaria, il Centro di Specializzazione della Guardia di Finanza e per i corsi di formazione degli Istruttori della Guardia Costiera. Dal 1998 tiene regolarmente stages di Ju Jitsu e difesa personale a Cuba per conto della Federazione Cubana di Arti Marziali che gli ha conferito il 7 Dan e la carica onorifica di “Assessore Tecnico Internazionale”. Collabora regolarmente con le Federazioni sportive di alcuni Paesi africani (Mali, Senegal, Camerun, Costa d’Avorio, Tunisia ed Etiopia) dove ha diffuso la pratica del Ju Jitsu e svolto corsi di formazione tecnica.