Come detto in altri articoli, nel curriculum del Vecchio stile Fu è compreso lo studio delle armi tradizionali, ovvero lancia – bastone lungo, bastone corto, sciabola e spada. Lo studio di queste armi non è solo un doveroso legame alla storia ed al lascito del Maestri passati, ma un prezioso ed indispensabile strumento di sviluppo del praticante, tanto a livello marziale (aspetto Wu) che a livello di benessere psico-fisico (aspetto Wen).

Per questo motivo, crediamo opportuno ed interessante approfondire l’analisi di queste armi, in maniera da conoscerle meglio ed impiegarle in maniera più proficua, cominciando dalla lancia – bastone lungo (Ch’iang oppure Qiang) che nel Tai Chi Chuan del vecchio stile Fu è costituita da un asta con una lunghezza di un palmo maggiore all’altezza del praticante, chiamata anche “Bastone a coda di topo” per la sua forma leggermente rastremata, con la parte terminale più sottile rispetto a quella che viene impugnata dal praticante.

La lancia, nel suo utilizzo didattico, viene privata della punta metallica per motivi di sicurezza; si racconta infatti che durante una impegnativa sessione di addestramento un Maestro uccise con un colpo di lancia sua figlia, che stava preparando a diventare suo successore alla guida della Scuola. Il dolore per questo luttuoso evento e la consapevolezza che la presenza di un accessorio pericoloso come la punta metallica nulla aggiungeva alla efficacia della lancia come strumento di addestramento portarono alla eliminazione del terminale appuntito. Ovviamente questo non significa che così il bastone – lancia sia innocuo, tutt’altro! Come tutti gli strumenti di addestramento (a partire dalle mani nude) questo va usato con attenzione e cautela, senza mai trascurare le precauzioni di sicurezza necessarie per la nostra ed altrui incolumità.

Un altro accessorio presente sulle lance tradizionali, subito sotto la punta metallica, che può capitare di vedere anche in quelle di addestramento, è una sorta di sbuffante fiocco rosso, una specie di corta criniera posta subito sotto la punta metallica. Come in tutti gli strumenti tradizionali, nulla è per caso e niente è inutile, ed anche questa “coda” non è un mero vezzo estetico ma ha la sua ragion d’essere sia dal punto di vista marziale che didattico. Nella applicazione in combattimento infatti, questa criniera poteva essere utilizzata tanto per distrarre un avversario, arrivando perfino a limitare in tutto in parte il suo panorama visivo quando veniva agitata vicino al suo viso. Alla stessa maniera non è casuale il colore rosso, che richiamando il colore del sangue intimoriva gli avversari e simulando una fiamma accesa poteva spaventare i cavalli del nemico. Dal punto di vista didattico invece, un accessorio visibile come una svolazzante coda rossa permette di vedere con più facilità la traiettoria ed i movimenti – a volte rapidissimi – della punta della lancia, rendendo così più facile rilevare eventuali errori ed imprecisioni.

Seguendo la teoria dei Cinque Elementi, la lancia rispecchia le caratteristiche dell’elemento Fuoco e quindi il suo impiego prevede principalmente (anche se non esclusivamente) colpi di punta con movimenti rapidi, imprevedibili e guizzanti come quelli delle lingue di una fiamma ardente. L’organo del corpo collegato all’elemento “Fuoco” è il cuore, ed è proprio il plesso cardiaco che costituisce la zona bersaglio principale dei colpi di lancia.

Come detto, la lunghezza della lancia dovrebbe essere orientativamente un palmo in più di quella del praticante; l’asta dovrebbe essere di rattan o di un legno resistente ma flessibile, in maniera che il bastone possa “vibrare” al termine di un colpo per poter verificare la esecuzione del movimento che, se eseguito correttamente, dovrebbe trasferire l’energia alla punta del bastone. La forma del bastone è leggermente sfilata, con la sezione posteriore (utilizzata anche per colpire con delle percosse fendenti) maggiore di quella anteriore, che termina quasi a punta e genera il nome di “bastone a coda di topo”.

La pratica della lancia consente di sviluppare il movimento a spirale e l’emissione dell’energia “esplosiva” e permette inoltre di evidenziare eventuali problemi posturali o di equilibrio, che sono quasi sempre la causa delle eventuali imprecisioni nella esecuzioni degli esercizi in movimento.

Nello studio della lancia i quattro movimenti principali sono “parare”, “spingere”, “trafiggere”, “ritirare” e si eseguono basicamente partendo con il piede sinistro avanti, bastone orizzontale all’altezza dell’addome sul fianco destro, mano destra che impugna il bastone all’estremità posteriore, braccio sinistro steso. Questi quattro movimenti, eseguiti a tre altezze (media: la punta del bastone è all’altezza dello sterno; alta: la punta del bastone è all’altezza del volto, bassa: la punta del bastone è all’altezza delle ginocchia) e nelle quattro direzioni (avanti/Nord – dietro/Sud, sinistra/Ovest, destra/Est) costituiscono la “forma” base codificata di bastone lungo del Vecchio stile Fu.