Il Maestro Andrea Mazzoni, giovane ma esperto insegnante di arti marziali, ha recentemente pubblicato sulla sua pagina facebook un post sulla figura del Senpai, il compagno di pratica più esperto, a cui i principianti fanno spesso riferimento nel corso della loro pratica. Condividiamo lo scritto del M° Andrea, con la convinzione che possa essere spunto di interessanti riflessioni per i praticanti più o meno esperti. (N.d.R.)

Se è vero che il rapporto Maestro-Allievo è una delle condizioni fondamentali per trasformare un corso di arti marziali in un Dojo è anche vero che spesso si trascura, e non si dà la dovuta importanza alla figura del Senpai.

Senpai: SEN e’ colui che precede e PAI e’ un gruppo di persone.
Senpai è quindi colui che vi precede in un gruppo di persone.
Da sempre in Giappone, in tutte le attività il senpai è quindi il collega anziano o superiore che precede e guida i compagni impegnati nella sua stessa attività, mentre il Kohai è il collega giovane o che segue il Senpai e da questi viene consigliato ed addestrato. In Giappone questo rapporto è molto sentito, tanto da essere presente in tutte le componenti della società, negli uffici, nell’esercito, nelle scuole come in qualunque gruppo di persone che si uniscono per uno scopo comune e si conseguenza anche nelle arti marziali.
quando le arti marziali in Giappone si trasformarono in Gendai budo furono adottate le gradazioni e colorazioni di cinture affinchè si potesse schematicamente identificare gli anni e la esperienza di pratica di ogni allievo iscritto dentro il Dojo, in modo da permettere ai senpai di individuare i neofiti a cui poter dare un aiuto per quanto concerne la pratica.

Il senpai deve indicare con il suo atteggiamento e con la sua esperienza, un modello da seguire, se il senpai si comporta male o fà degli errori, il kohai ripeterá gli stessi errori, perché gli allievi sono lo specchio dei maestri ed i kohai sono lo specchio dei senpai.
Talvolta capita che praticanti di maggiore esperienza, provino un malcelato fastidio nel praticare coi gradi kyu ritenendo un allenamento con questi neofiti una perdita di tempo nel loro percorso marziale mentre in realtà i gradi dan dovrebbe correre verso i gradi kyu per restituire, in un certo modo, quello che loro in passato hanno ricevuto dai loro senpai.

La parola chiave per un senpai dovrebbe essere RESPONSABILITÀ

– Responsabilità nei confronti dei kohai.
Un kohai impara dalle nostre azioni, il maestro\Sensei indica la strada, ma anche il senpai, essendo più anziano, la indica ai nuovi arrivati che spesso si rivolgono a lui piuttosto che al Maestro, per una sorta di timore reverenziale nei confronti del sensei.
Al senpai il compito di guidare le cinture inferiori a trovare il loro posto e il giusto atteggiamento nei confronti del Dojo; perchè una comunità che non ha cura di accogliere e far crescere i suoi nuovi arrivati è destinata a collassare su se stessa e inevitabilmente morire

– Responsabilità nei confronti del sensei
Il Sensei cerca di diffondere la propria visione dell’arte marziale, e con l’aumentare degli allievi la necessità di avere dei bravi allievi anziani che facciano da Senpai per i nuovi arrivati diventa fondamentale.
Il Sensei per quanto valido resta pur sempre un uomo con solo due occhi, mentre avere dei bravi senpai moltiplica gli occhi e riduce il tempo di apprendimento dei kohai

– Responsabilità nei confronti del Dojo/scuola.
Un Dojo con gli anni diventa un’entità a se stante e se un Sensei è forse il cuore e la mente del Dojo i senpai si possono le sue gambe mentre i kohai le braccia. Saranno le gambe a far muovere il Dojo sul sentiero del futuro senza di loro la scuola sarà costretta a essere “immobile”. E’ grazie ai senpai se un Dojo potrà incrementare le sue attività e farsi conoscere.

Tutti noi siamo nel contempo sempai, kohai e rispetto a qualcun altro, ed è importante ogni tanto riflettere su questa condizione, nella via delle arti marziali con l’aumentare dell’esperienza e dei gradi non aumentano quindi i diritti ma solamente i doveri.