Facebook mi ricorda quanto scrivevo cinque anni fa, ma che pensavo già da tempo.
Lo ripropongo ora qui, come risposta generale a tutte quelle domande a cui replico silenzioso con una alzata di spalle.
Non me ne vogliate ma ad un certo punto della vita capisci che sprecare tempo con chi non lo merita.

“Perché il bello dell’Arte, di qualsiasi Arte che meriti la maiuscola iniziale, è di rifuggire dalle vuote chiacchiere, dalle futili pavoneggiature, dalle meschine rivalse, dalle invidiucole da pezzenti morali. Il bello dell’Arte è che dà tanto quanto chiede: non di più, anche se può sembrare che pretenda tantissimo; non di meno, anche sembra che dia pochissimo. Il bello dell’Arte è che titoli, diplomi, certificati, primogeniture, lignaggi, eredità genetiche, investiture ufficiali e autoproclamate discendenze non contano nulla, e pesano meno del fiato che si spende a snocciolarle tentando di impressionare chi ci ascolta. Il bello dell’Arte è che ciò che dà lo dà a tutti ma lo cede ad un prezzo terribile ed affascinante, fatto di sangue, sudore, saliva e lacrime. Nessuno è obbligato a pagarlo ma d’altra parte nessuno può pensare di ottenere sconti e nessuno può credere che non possa e debba essere così come è sempre stato e sempre sarà. Puoi rimanere a casa, sul divano, a spasso con gli amici, davanti alla TV o a cazzeggiare con il tuo smartphone; ne hai tutto il diritto e nessuno di noi perderà tempo a biasimarti per questo. Tu, da parte tua, non rompere il cazzo a chi quel prezzo ha deciso di pagarlo ed è felice di farlo. Tu non capisci perché noi facciamo quello che facciamo, noi quasi mai abbiamo tempo e voglia di spiegare ciò che tu – in fondo – non vuoi capire.”

“Sotto la spada levata vedi l’inferno;
ma passa oltre, vai avanti;
e si apriranno le porte del paese felice.”
(Musashi Miyamoto)