Traduzione ed adattamento di “Introduction to the Omoto Religion” di Stanley Pranin, pubblicato su “Aiki News n° 41 dell’ottobre 1981

Questo articolo è il riassunto di una conversazione molto interessante avuta con il Sig. Bansho Ashihara, un membro anziano della setta Omoto, ovvero una delle cosiddette “nuove religioni” del Giappone, che fu uno stretto collaboratore di O’Sensei Ueshiba Morihei durante i primi anni del 1930 in Ayabe, nella prefettura di Kyoto.

Il Sig. Bansho Ashihara si occupava della rivista “Budo”, pubblicata dalla “Budo Enhancement Association”, una organizzazione fondata con il supporto della religione Omoto. Il sig. Bansho Ashihara ha partecipato regolarmente agli addestramenti condotti da Ueshiba Morihei e riservati ai membri della setta Omoto e prese nota delle letture tenute da O’Sensei relative alle arti marziali ed agli argomenti spirituali ad esse collegati.
Queste note furono poi regolarmente pubblicate come articoli sulla sopracitata rivista con la firma di O’Sensei. Il Sig. Bansho Ashihara è un uomo di grande eloquenza con profonde convinzioni religiose ed è uno dei più rispettati leader della setta Omoto e ci fornito molti importanti informazioni relative a quell’importante periodo della storia dell’Aikido oltre ad uno sguardo “dietro le quinte” in merito allo spirito ed agli insegnamenti della religione Omoto. Per consentire ai lettori di comprendere al meglio l’intervista con il sig. Ashihara abbiamo ritenuto opportuno offrire qualche cenno sulla religione Omoto e sul suo collegamento con lo sviluppo spirituale del fondatore dell’Aikido.

La religione Omoto è il prodotto degli sforzi combinati di due figure carismatiche, una contadina analfabeta chiamata Nao Deguchi, ed un uomo alquanto precoce ed impetuoso chiamato Kisaburo Ueda, che più tardi cambierà il suo nome in Onisaburo Deguchi a seguito del suo matrimonio del 1900 con Sumiko, la figlia di Nao. La Deguchi conduceva una vita povera e tragica, anche a causa della morte del marito e di diversi figli in giovane età; lei era una devota della nuova religione chiamata “Konkokyo” che adorava una divinità chiamata Konjin. Nel 1896, all’età di 56 anni, schiacciata da una vita di privazioni ed indicibile miseria, lei cadde in trance per due settimane, raccontando poi di essere stata posseduta da uno spirito benevolente che precedeva tutte le altre divinità in origine, potenza e universalità.

Nonostante fosse analfabeta, Nao cominciò a trascrivere quanto le veniva dettato da questo spirito sublime in pagine che poi lei stessa era incapace di leggere. Il suo carattere, specie dopo la trance iniziale, divenne estremamente bizzarro e venne così rinchiusa nella sua stanza come una lunatica. I suoi scritti risultano piene di rivelazioni relative allo spirito del mondo e contengono una costante vena di critica sociale. L’umanità veniva esortata a cambiare le sue abitudini ed a creare nuove strutture di giustizia sociale per sviluppare un nuovo sistema di valori. Inoltre, la sua visione era basata su un Dio universale che considerava uguali tutti gli esseri umani. Questo ideale era, ovviamente, in conflitto con lo Shintoismo di stato che poneva la famiglia imperiale al centro della venerazione e considerava l’Imperatore come la più alta divinità. Nao comincio a raccogliere qualche seguace quando nel 1898, Onisaburo apparve sulla scena. Egli era un autodidatta con uno spiccato interesse nello sciamaneimo ed aveva vissuto anche una serie di esperienze di trance in cui gli era stato rivelato di avere la missione spirituale come salvatore dell’umanità. L’effetto combinato di Nao e Onisaburo ebbe un considerevole successo ed il movimento cominciò a crescere sino al punto da diventare motivo di costante irritazione della autorità imperiale, motivo percui cominciò ad essere attaccato e perseguitato, con il culmine toccato nei due episodi verificatisi nel 1921 e nel 1935, a seguito dei quali Onisaburo finì in galera.

Come prima detto, il nocciolo della questione era l’approccio umanistico ed umanitario degli insegnamenti della Omoto che consideravano tutti gli esseri umani uguali come fratelli e quindi andava in profondo contrasto con le posizioni ultranazionalistiche della gerarchia imperiale, che aveva imposto alla nazione la sua concezione del Giappone come il “paese degli Dei”. Morihei Ueshiba aveva all’incirca 36 anni quando nel 1919 incontro per la prima volta Onisaburo Deguchi in Ayabe, deviando dal suo viaggio verso casa partito dallo Hokkaido e diretto a Tanabe diopo aver ricevuto la notizia della grave malattia del padre.

Dopo aver incontrato un membro della setta Omoto sul treno, Ueshiba decise di fare una veloce deviazione verso il Centro Omoto di Ayabe per incontrare il maestro Onisaburo e pregare per chiedere la guarigione del padre. Al suo arrivo in Tanabe però scoprì che i suoi sforzi erano stati vani ed il padre era deceduto ma ciononostante rimase impressionato da Onisaburo, tanto da trasferire in breve tempo tutta la famiglia ad Ayabe, dove si impegnò nei lavori dei campi e nella pratica spirituale sotto la guida di Deguchi. In quel periodo Ueshiba Morihei cominciò ad insegnare la prima versione di quello che oggi conosciamo come Aikido e che allora chiamava “Daito-ryu Aiki-jujutsu“ con l’incoraggiamento di Onisaburo che ne aveva riconosciuto la straordinaria prestanza fisica e la abilità marziale. Ueshiba nel febbraio del 1924 accompagnò Onisaburo nel suo sfortunato viaggio in Manciuria che aveva l’obbiettivo di fondare una utopica colonia; in quella occasione riuscirono a stento a salvare le loro vite e subito dopo il loro ritorno in Giappone Ueshiba fu invitato a stabilirsi a Tokyo per insegnare il proprio Budo alle numerose ed influenti persone che diventeranno i suoi mecenati.

O’Sensei mantenne i contatti con Onisaburo e la Omoto visitando regolarmente Ayabe e venne eletto quale primo presidente della Budo Enhancement Association creata nel 1932 sotto gli auspici della setta religiosa.