L’errata conclusione che il senso della vita risieda nel benessere fa sorgere l’ansia di dover produrre sempre di più per potersi permettere di più. Ma in questo modo non si centra il senso della vita e si rende l’uomo squilibrato e malato.

La vita non è vita se votata ad un qualsiasi scopo, essa deve possedere un compimento in sé stessa. Non è finalizzata a conseguire maggiori guadagni, bensì a cercare un senso, grazie al quale l’uomo sia più libero, sano e felice.

Tramite l’esercizio delle arti marziali, i giovani hanno la possibilità di servire un ideale e di trovare un senso nella vita. Ma è difficile trovare qualcuno che lo faccia davvero e non tradisca di continuo l’ideale in nome del tornaconto personale. La maggior parte della gente trascorre la vita in cerca di vantaggi con la pretesa di trovare la convenienza, trascura la propria causa prima dalla quale potrebbe scaturire un senso diverso. Oggi tutti vogliono prendere parte alle grandi imprese, pretendono quanto più possibile e vogliono perseguire più strade in contemporanea. Ma spesso si ignorano le condizioni da adempiere per un atteggiamento umano degno, ovvero le si rifiutano. Sulla scia di tali finalità si rovina qualsiasi senso più elevato.

Se una persona si reca in un Dojo con questo atteggiamento, solo raramente sarà capace di una vera interpretazione. Si aspetta un senso nella esercitazione, nella tecnica, nell’insegnamento, sempre e comunque qualcosa al di fuori di essa e mai in sé stessa. Pensa che l’Arte marziale la renda forte, equilibrata e sana, proprio come – in contesti diversi – alcuni pregano il loro Dio di farli diventare ricchi e felici. Ed è con questo atteggiamento ingenuo che intraprendono le varie fasi della vita. Declinano l’autoresponsabilità, l’adesione ad una ideologia, la dedizione, hanno sempre la meta davanti agli occhi, per il cui conseguimento sono altri a lavorare per loro, ad assumersi le responsabilità, ad eliminare gli ostacoli.

In fin dei conti fanno quel poco che consente loro di sopravvalutare le proprie prestazioni e si aspettano un grande successo. Incapaci di dare un senso a ciò che fanno, sono sempre insoddisfatti della propria vita, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo e si perdono in vanità. Tutto ciò che si fa nella vita andrebbe fatto con dedizione, con intima convinzione, apportandovi un contenuto proprio. Bisogna dare un senso alla vita, conferirle profondità. La profondità in sé stessa implica contemporaneamente realizzazione nella vita. Frequentando un Dojo si può imparare tutto ciò. La coerenza con cui si rimane fedeli ai propri ideali mostra la Via verso il proprio perfezionamento interiore.

Ma quando si parla tanto e si conclude poco, si sa tanto e si mette in atto poco, si vuole molto e si fa poco, i numerosi pretesti e scuse non bastano a fare l’uomo. Occorre impegnarsi davvero per il progresso nel Budo e per il senso nella vita ed assumersi le responsabilità per le proprie azioni. E senza riconoscersi davvero in quel qualcosa non si trova senso in nulla. Bisogna vivere la vita come se ogni giorno fosse l’ultimo.

I germogli che crescono in fretta appassiscono presto;
gli alberi troppo alti si spezzano al vento.
Non valutare in base alla consistenza di quello
che è cresciuto al di fuori,
è nel groviglio interno che regge bene ciò che è solido.
(Wilhelm Bush)

(Tratto da: “Budo: La Via spirituale delle Arti Marziali” di W. Lind)