Abbiamo già analizzato in precedenti articoli l’importanza della pratica del set di esercizi usualmente compresi sotto la denominazione di “Nove Ruote di Potere”, o “Nove Piccoli Cieli”, oppure ancora “Aprire le Nove Porte”.

Uguale ma diverso”, come spesso sottolinea il Maestro Severino Maistrello, Direttore Tecnico della Wudang Fu Style Academy e discepolo interno del Maestro Taoista contemporaneo Ming Wong Chun Yin per lo studio delle pratiche del Tai Ki Kung, On Zon Su, Cau, Tou Kung; “uguale ma diverso” perché con nomi diversi si indica a volte la stessa serie di esercizi ma anche perché con lo stesso nome possiamo identificare serie di esercizi diversi in funzione della pratica che stiamo svolgendo.

Come sa bene che conosce il curriculum tecnico della Wudang Fu Style Academy, la pratica delle “Nove Ruote” è considerata fondamentale nel Tai Chi Chuan, nel Ba Gua Zhang, nel Qi Gong e nel Tai Ki Kung; ciascuna disciplina interna ha le sue peculiarità e di conseguenza, la serie di esercizi ci ciascuna disciplina è leggermente differente da quelle delle altre.

In questo articolo dedicheremo la nostra attenzione specifica alla serie compresa nel curriculum tecnico del Tai Ki Kung, rimandando i lettori che vogliano conoscere qualcosa in più delle serie relative alle altre discipline ad un articolo specifico già pubblicato (clicca QUI per leggerlo).

Nove Ruote di Potere, il perché di un nome

Come spesso facciamo nei nostri articoli, partiamo da una analisi del nome. La serie delle “Nove Ruote di Potere” viene indicata anche con i nomi di Kao Lon Kung (Aprire le Nove Porte”) o Siu Gao Tin (“Nove Piccoli Cieli”). Quale che sia il nome, vediamo ricorrere il termine “nove”, un numero molto importante perché se il tre è considerato il numero perfetto della creazione, contenente in sé tutti i principi universali (positivo, negativo, neutro), il nove, essendo “tre volte tre”, è triplicemente perfetto. Non approfondiamo oltre questo concetto, che merita una analisi più profonda ed attenta, e mettendo da parte l’aspetto filosofico-spirituale passiamo a quello più tangibilmente materiale, ricordando che nella visione analogica taoista che considera l’uomo come un microcosmo, i Nove Cieli corrispondono alle articolazioni: caviglia – ginocchio – anca – lombari + bacino – spalle – collo – gomito – polso – dita.

Come abbiamo raccontato in un articolo precedente (clicca QUI per leggerlo) questa serie di esercizi è chiamata anche “forma Padre” perché da questa nascono tutti i movimenti che vengono poi utilizzati nella pratica della disciplina. Si racconta che questa forma sia stata trasmessa da un immortale Taoista vissuto circa 7000 anni fa, chiamato Maestro Pino Rosso perché amava praticare vicino ad un albero di questa specie.

Nove Porte, molto più che semplici articolazioni

Come detto in precedenza, non tratteremo in questo articolo dell’aspetto alchemico di questa pratica, più strettamente legato ai Nove Cieli, ai rispettivi colori identificativi ed agli ideogrammi che ne costituiscono i nomi; dedicheremo invece la nostra analisi all’aspetto più fisico, senza comunque tralasciare il significato simbolico che le articolazioni assumono nell’ambito di questa pratica.

Dobbiamo innanzi tutto ricordare che le articolazioni inferiori e superiori sono tra loro legate dal rapporto delle “tre armonie esterne”, che collega caviglie con polsi, ginocchia con gomiti e spalle con anche. In questa visione, stimolare una articolazione, oltre ad agire sulla parte direttamente interessata, ha effetto anche su quella collegata. Dobbiamo aggiungere che, non essendo il corpo umano una entità suddivisa in compartimenti stagni, l’azione su una parte si riflette comunque sul tutto, sia pure in percentuali e con effetti diversi.

Fatta questa doverosa premessa, cominciamo la nostra analisi partendo, come si fa nella pratica, dalla articolazione più bassa.

La Prima Ruota (Yu Wan) è la Ruota della Caviglia (Kuo Wan). I due ideogrammi 踝 che rappresentano il malleolo della caviglia, presi singolarmente esprimono uno l’immagine di una gamba nella sua totalità e l’altro l’immagine di un frutto sulla cima di un albero, rappresentato con tronco e radici stilizzate. Il significato che possiamo dare a questo ideogramma è che se la radice di un albero è forte e robusta, l’albero produrrà frutti numerosi e saporiti. Se la caviglia è la radice della gamba quindi, rinforzare e stimolare questa articolazione consentirà alla energia vitale di circolare in ogni zona del piede e progressivamente in tutto il corpo. Tramite gli esercizi di stimolazione della caviglia inoltre si rende tutto il piede più elastico e flessibile come quello di un bambino, limitando il rischio di storte e slogature, favorendo un migliore appoggio sul terreno e quindi una postura più corretta ed un equilibrio più stabile.

La Seconda Ruota (I Wan) è la Ruota del Ginocchio (Sat Wan). L’ideogramma 膝 che indica questa articolazione possiamo scomporlo in quattro parti che indicano rispettivamente il significato di acqua, di uomo, di albero e di luna. Troviamo qui l’ideogramma di luna, che ricorrerà anche nelle prossime ruote, e l’immagine dell’albero, già incontrato nella prima ruota. La luna è strettamente legata al simbolo dell’acqua ed al suo movimento (basti pensare alle maree) ed in questo ambito – riprendendo anche quanto visto nella analisi della ruota precedente – possiamo dire che l’acqua che le radici di un albero fanno salire ai rami ed alle foglie attraverso il tronco permette la crescita della pianta; viceversa, l’acqua in eccesso che dovesse stagnare intorno alle radici porterebbe ben presto queste ultime a marcire, condannando l’albero a morte certa. La pratica degli esercizi legati alle ginocchia quindi eviterà l’accumulo di acqua in eccesso nella zona del ginocchio ed eviterà fenomeni infiammatori, gonfiori e sinoviti, oltre a rinforzare i legamenti e promuovere un vigore generalizzato, come nel caso della stimolazione di punti specifici come Stomaco 36 (Clicca QUI per leggere l’articolo).

La Terza Ruota (San Wan) è quella dell’Anca (Kua Wan), rappresentata da un ideogramma 胯 composto da tre parti che indicano rispettivamente la coscia, il significato di grande, e ancora l’immagine della luna. In questo caso possiamo immaginare l’immagine della luna come simbologia dell’aspetto femminile, e poiché in passato la figura di una donna dai fianchi larghi esprimeva il significato di prosperità ed abbondanza, la pratica degli esercizi collegati alla Ruota dell’Anca permette di mantenere in efficienza la articolazione coxo-femorale, migliorando la mobilità e l’equilibrio.

La Quarta Ruota (Sei Wan) è quella legata alla Vita o al Bacino (Yu Wan), parte anatomica indicata dall’ideogramma 腰 composto da tre parti che indicano rispettivamente la donna, l’interno della coscia e ancora una volta la luna. La Vita è considerata la cerniera tra la parte alta e la parte bassa del corpo e riveste una notevole importanza della fisiologia del corpo umano, ospitando – nella zona addominale – gli organi costituenti l’apparato digestivo, riproduttivo ed escretore, e questa Ruota è considerata la “radice” della serie, riprendendo i concetti già espressi nell’analisi delle Ruote precedenti, peraltro richiamati dalla ricorrenza degli ideogrammi della luna e della donna. La pratica degli esercizi legati al bacino permetterà di ottenere un corpo armonico e flessuoso come quello femminile, rinforzando inoltre il muscolo adduttore lungo, situato nella parte anteriore della coscia, che un tempo era chiamato “custos verginitatis” per la sua funzione di protezione delle virtù femminili.

La Quinta Ruota (Uhn Wan) è la Ruota del Collo (Ken Wan) con l’ideogramma 頸 che comprende i due radicali di testa e lavoro. Non a caso questa Ruota è complementare a quella delle Anche; tradizionalmente infatti si afferma che “le anche sono l’articolazione più grande, il collo è la più importante” e che “il collo è il generale, che fa muovere la testa, e di conseguenza il corpo intero, dove vuole”. Tramite gli esercizi legati alla Quinta Ruota favoriremo l’allungamento e la distensione del collo e permetteremo all’energia vitale di fluire con facilità attraverso il passaggio che posto alla base della nuca sino alla sommità della testa. Attraverso questa pratica, immaginando di avere la testa sospesa con un filo fissato alla sommità del cranio, abbiamo un alleggerimento delle tensioni localizzate nella zona compresa tra la prima e la quinta vertebra cervicale, con il conseguente effetto di allungamento e distensione di tutta la zona del collo, diminuzione di tensioni e dolori localizzati, migliore postura ed equilibrio.

La Sesta Ruota (Lo Wan) è la Ruota delle Spalle (Kin Wan) il cui ideogramma 肩膀 comprende due caratteri: uno che ancora una volta esprime l’immagine della luna e l’altro invece che rappresenta una finestra. Questa pratica, con i suoi movimenti fluidi e circolari ci consente di ottenere una maggiore mobilità della spalla e simbolicamente ci permette di vedere più lontano, come se stessimo osservando la luna attraverso l’apertura di una finestra, a cui progressivamente ci avviciniamo, aumentando la porzione di spazio che riusciamo ad osservare, e quindi la percezione della luce e dello spazio che possiamo osservare all’esterno. Questa condizione è favorita dalla maggiore mobilità della spalla, che fisicamente e simbolicamente ci permette di drizzare la schiena e quindi di alzare lo sguardo all’orizzonte.

La settima ruota (Sat Wan) è la Ruota del Gomito (Chao Wan), articolazione rappresentata dall’ideogramma 肘 composto dal radicale che esprime il concetto di poco e – ancora una volta – quello della luna. La luna esprime il senso di un ciclo in cui si susseguono le fasi di calo e di crescita, che riprendono il concetto di apertura e chiusura, fondamentale nella pratica delle discipline interne. Questo ciclo, nel suo eterno ripetersi, esprime un equilibrio dinamico che trova sempre un punto di stasi, simile a quello di una bilancia a stadera con i bracci disuguali, in cui un piccolo peso sul braccio più lungo pareggia un peso maggiore posto sul braccio più corto. Gli esercizi relativi a questa Ruota ci permettono di acquisire la giusta angolazione del gomito, che non sarà ne’ troppo teso e neppure troppo flesso, consentendoci quindi di rilassare sia la spalla che il polso, mantenendo una posizione stabile ed equilibrata come nelle posture dello Zhan Zhuang.

L’Ottava Ruota (Pa Wan) è la Ruota del Polso (Uhn Wan), il cui ideogramma 腕 comprende ancora una volta l’immagine della luna e il pittogramma che riproduce una piccola buca. La pratica degli esercizi collegati alla Ruota del Polso permette di migliorare la mobilità dell’articolazione e di stimolare i meridiani energetici che attraversano questa importante zona del corpo, favorendo la vitalità, la chiarezza di intenti e la forza d’animo, qualità espresse nei modi di dire “essere una persona di polso” e “avere il polso della situazione”. Altro effetto importante di questa pratica è anche la prevenzione della sinostosi, ovvero la saldatura tra due ossa vicine o tra due parti dello stesso osso. L’immagine della luna che sorge da un fosso esprime l’immagine di una forza ascendente, simile a quella delle scimmie – unica specie animale, oltre all’uomo, ad avere articolazioni con questo grado di mobilità – capaci di afferrarsi a rami e liane, muovendosi con agilità e sicurezza da un albero all’altro.

La Nona Ruota (Kao Wan) è la Ruota delle Dita (Gi Wan), parte anatomica rappresentata dall’ideogramma 指 composto dal pittogramma che indica la mano e dall’ideogramma che esprime il concetto di scopo o intenzione. La pratica degli esercizi della Ruota delle Dita dona grandi benefici a tutta la mano oltre che ovviamente a tutte le dita, intese sia nel loro impiego fisico che nel loro significato simbolico (basti considerare alla pratica dei Mudra nelle discipline orientali) . La capacità di usare le dita delle mani in maniera così complessa e articolata ha consentito all’uomo di imporsi nel mondo animale, immaginiamo quante azioni riusciamo a compiere con le nostre dita: stringere e premere, indicare una direzione o compiere un gesto specifico; possiamo dire che- in un certo senso – l’articolazione delle dita è quella più umana, e non a caso nella medicina tradizionale cinese ogni dito è collegato ad un organo interno ed agli Elementi del Wu Xing.