Sono sempre più convinto che offrire la propria esperienza, per quanto modesta, a chi ne sa meno di noi consente di arricchire il proprio bagaglio di conoscenze. Mi rendo sempre più conto che un argomento non lo si conoscerà mai del tutto, che ci sarà sempre un punto da approfondire, un aspetto da sviscerare, uno sviluppo da seguire.

Confrontarsi con un principiante, con le sue domande, con le sue curiosità, con i suoi dubbi e le sue perplessità è una iniezione di nuova linfa, è la possibilità di ritornare ad immergersi nella “mente del principiante” che Deshimaru Taisen e tanti altri Maestri hanno spesso sottolineato come atteggiamento imprescindibile per una pratica corretta. Per questo motivo sono sempre molto contento quando ricevo domande e richieste di chiarimento, perché ritengo che questo mi aiuti ad essere più chiaro nelle mie spiegazioni e – nel contempo – che il seme che ho lanciato abbia attecchito, sia germinato ed abbia cominciato a far spuntare i primi germogli.

Ovviamente il tatami è luogo destinato alla pratica, e fatte salve le necessarie indicazioni verbali sul cosa fare, come fare e perché fare, preferisco differire le spiegazioni teoriche a momenti diversi dalla lezione pratica, consigliando eventualmente la consultazione di testi e libri che possono consentire l’approfondimento dell’argomento richiesto con il contributo di insegnanti ed esperti.

Tra i libri che consiglio più spesso agli allievi per avere una panoramica esaustiva e facilmente leggibile dell’Aikido spicca il volume di Marco Rubatto, un insegnate che apprezzo molto per la sua apertura mentale e per il suo approccio pragmatico all’Arte. Chiusa questa lunga ma doverosa premessa, passo (finalmente, commenterà qualcuno) a parlare del libro di Marco Rubatto.

Pur essendo un libro molto ricco di notizie ed informazioni, la particolarità che mi ha colpito più di tutte di questo volume è il suo essere impostato come una sorta di “quaderno degli appunti” personale, costruito nel tempo raccogliendo informazioni, suggerimenti e notizie. Non è – insomma – un libro che fa “calare dall’alto” gli insegnamenti che racchiude, ma piuttosto li condivide, porgendoli con un atteggiamento molto aperto e disponibile, rispecchiando in pieno il carattere dell’autore, che peraltro può essere apprezzato anche sul blog “Aikime” di cui è curatore.
La formazione professionale di Marco Rubatto sensei si evidenza invece appieno nella impostazione dell’opera, che è chiara, lineare, schematica ed “ingegneristica”, in un giusto mix che degli argomenti trattati presenta i necessari approfondimenti senza indugiare in pesanti e verbose disanime fini a sé stesse.

Il volume si presta ad essere un fedele compagno di pratica tanto per l’esperto che per il principiante, raccontando gli aspetti “spirituali” dell’Arte come quelli tecnici (imperdibili le appendici dedicate alla pratica del buki waza”), senza farsi mancare una ricca raccolta dei termini giapponesi più usati sul tatami con la loro traduzione, ed un approfondimento delle regole principali della grammatica giapponese.

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Per chi ne voglia sapere di più, a seguire ho riportato la descrizione ufficiale dell’opera, seguita dalle modalità per l’ordinazione del volume.

“Dedicarsi allo studio dell’Aikido ha da sempre rappresentato un percorso traboccante di stimoli e potenzialità, ma sul quale è frequente anche incontrare ostacoli, prove personali, paradossi.
Questo testo, organizzato per macro-tematiche, vuole porsi quale ausilio ai praticanti che favorisca in loro la creazione di una critica costruttiva autonoma, con la quale, tramite numerosi esempio di natura pratica, filosofica e tradizionale, sia possibile “imparare ad imparare”.
Ampio spazio è stato dedicato agli argomenti essenziali con i quali ciascun Aikidoka è chiamato a rapportarsi: il maestro, i compagni di pratica, l’abbigliamento, il dojo, i diversi tipi di allenamento (a mani nude e con le armi), la respirazione, la postura del corpo, le leve e le cadute, i programmi tecnici per il superamento dell’esame… ma non è stato tuttavia escluso un approfondimento doveroso sulla storia dell’Arte, sulle sue potenzialità e contraddizioni, unita ad un’analisi dei suoi possibili scenari futuri. Il volume è infine completato da un ampio glossario italiano – giapponese (con più di 900 lemmi) e da numerose appendici culturali e tecnico-didattiche.