Continuiamo in questo articolo ad analizzare le 37 forme che costituiscono la base del curriculum tecnico del Tai Chi Chuan del Vecchio stile Fu.

Ad essere oggetto della nostra analisi è “Mani nelle nuvole”, una forma che già nel nome contiene suggestioni particolari a cui dobbiamo prestare particolare attenzione perché – come spesso accade – l’apparenza inganna o meglio,non mostra tutto il complesso mondo che c’è dietro ogni forma del curriculum tecnico del Tai Chi Chuan del Vecchio Stile Fu.

Cosa ci racconta il nome della tecnica

Come oramai abitudine, cominciamo la nostra analisi partendo dagli ideogrammi che compongono il nome della tecnica, che sono 云 手 (Yúnshǒu) e che possiamo tradurre letteralmente come “Nuvole Mani”. Questo ci fa comprendere il motivo percui in Occidente il nome di questa forma si presenta in varianti leggermente diverse tra loro, tra le quali: “Mani come nuvole” o “Mani nelle nuvole”.

Aldilà di queste sfumature, che trovano giustificazione, quasi certamente, nel modo in cui i diversi Maestri hanno spiegato ai loro allievi le modalità di esecuzione di questa forma e le sue applicazioni marziali e di benessere che analizzeremo più avanti, possiamo affermare che tra il nome originale e le sue traduzioni occidentali c’è una sostanziale concordanza ma, come forse in poche altre forme, una complementarietà che rende due interpretazioni apparentemente contrastanti, sostanzialmente concordanti.

Mani nelle nuvole, testa sulle spalle

Prendiamo adesso in esame due modi di dire abbastanza noti, ovvero, “Avere la testa tra le nuvole” e “Avere la testa sulle spalle”; come sappiamo, il primo indica una persona distratta, svagata e disattenta, mentre il secondo – al contrario – una persona seria e affidabile.

Anche se apparentemente questa forma si basa sul movimento delle braccia, è fondamentale tenere presente che il movimento delle braccia è conseguenza del corretto movimento della vita, che genera e guida il movimento del busto e delle braccia. Come in tutte le altre tecniche del Tai Chi Chuan quindi, anche in questo caso la vita è il “generale” che dirige il movimento degli arti inferiori e superiori. Questa precisazione è particolarmente importante in questo caso perché l’efficacia della tecnica è una conseguenza tanto della fluidità del movimento della parte superiore del corpo che dal radicamento e dalla stabilità della parte inferiore, come vedremo meglio quando esamineremo le applicazioni marziali.

Alla stessa maniera, mantenere lo sguardo all’orizzonte ma – allo stesso tempo – seguire il movimento della mano avanzata ci permette di mantenere la necessaria concentrazione, evitando quindi distrazioni che ci porterebbero con “la testa tra le nuvole”.

Per esercitare questa forma, come pratica propedeutica si comincia prima ad eseguire il movimento di un braccio, per poi passare a sincronizzare il movimento delle due braccia insieme.

Nella esecuzione basica della forma, si parte dalla posizione di “Mezza montagna” con una mano all’altezza dello sterno con il palmo rivolto verso il busto e l’altra mano all’altezza delle anche con il palmo rivolto verso il basso. Lo sguardo è all’orizzonte, la mano bassa deve dare la sensazione di schiacciare un pezzo di legno sott’acqua mentre la mano alta deve dare la sensazione si sollevare qualcosa di pesante. Le ginocchia sono leggermente flesse e le scapole bene aperte. Si esegue poi una torsione del busto senza coinvolgere le gambe ed un movimento circolare delle braccia come per spingere qualcosa alle nostre spalle con un passaggio chiamato “La Tigre nera butta giù la porta”, portando infine la mano alta al livello della spalla e quella bassa all’altezza dell’addome.

Nella esecuzione dinamica, la forma comincia dalla posizione di “Montagna”, effettuando i movimenti delle braccia e del busto in maniera fluida e continua. E’ importante mantenere sempre le spalle rilassate ed il busto dritto, per evitare oscillazioni improprie e squilibri al di fuori del baricentro. Come detto prima, lo sguardo segue la mano alta senza focalizzarsi esclusivamente su questa ma mantenendo uno sguardo panoramico.

Gli effetti benefici della pratica

Questa forma si basa sui principi del Tao Yin Chi Kung ed in particolare applica il principio di “Riempire il ventre per svuotare il petto”, ovvero attraverso il movimento di torsione del busto e della vita andiamo a stimolare e tonificare i Reni, che nella energetica taoista sono sempre vuoti, mentre con il movimento delle braccia andiamo a svuotare il petto, ovvero a calmare il Cuore, che nella energetica taoista è sempre pieno.

Si tratta quindi di un esercizio di Nei Kung particolarmente efficace ed importante, sia per la stimolazione della circolazione energetica che per la tonificazione di spalle, schiena e vita, oltre a lavorare sullo sviluppo della forza a spirale . Inoltre le rotazioni della testa alleviano la tensione nel collo e nelle spalle e aumentano la mobilità delle articolazioni superiori, mentre l’esecuzione della forma, specialmente se eseguita in movimento, ci aiuta a migliorare la stabilità posturale, il rilassamento, il radicamento, l’equilibrio e il coordinamento del movimento tra arti superiori e inferiori,

Inoltre, volendo lavorare sulle visualizzazioni, possiamo immaginare di eliminare una preoccupazione che ci angustia immaginandola come un peso dallo stomaco che solleviamo sino all’altezza degli occhi per togliercela infine anche dalla mente, allontanandola con il gesto della mano. E’ una pratica che riprende i consigli di alcune scuole di meditazione, che consigliano ai praticanti che vogliono migliorare la loro capacità di concentrazione di visualizzare i pensieri che li distraggono come se fossero nuvole, osservandoli mentre si allontanano senza “aggrapparsi” a loro. “Mani come nuvole” è quindi un ottimo esercizio per alleviare lo stress e l’insonnia perché ferma la mente aiutando la concentrazione, allontanando al contempo le preoccupazioni per i nostri impegni.

A testimoniare l’efficacia di questo esercizio, che nella sua semplicità contiene i principi fondamentali del Tai Chi Chuan, riportiamo le conclusioni di uno studio medico del 2018 sugli effetti dell’esercizio su pazienti con ictus, che afferma: “Durante l’esercizio di “Mani come nuvole”, i movimenti della testa e degli occhi, il movimento del tronco e degli arti sono sincroni e sono richiesti frequenti cambiamenti dell’orientamento della testa e del corpo. Ciò può comportare una migliore combinazione dei sistemi visivi e vestibolari per il controllo dell’equilibrio”.
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Nell’articolo si afferma che sia la pratica di “Mani come Nuvole” che l’allenamento per la riabilitazione dell’equilibrio hanno portato a una migliore capacità di equilibrio e mobilità funzionale, ed entrambi sono programmi adeguati basati sui benefici che i pazienti possono trarre per il recupero dell’ictus e il reinserimento nella comunità. I dati dei ricercatori hanno dimostrato che la pratica costante di “Mani come nuvole” per un periodo di 12 settimane era più efficace nella funzione motoria, nel contrastare la paura di cadere e nella depressione rispetto all’allenamento di riabilitazione. Lo studio si conclude raccomandando studi futuri sull’efficacia del Tai Chi Chuan e di questa forma in particolare come strategia di miglioramento della capacità di equilibrio per i sopravvissuti all’ictus che vivono in comunità.

Le applicazioni marziali

Come tutte le forme di Tai Chi Chuan, anche “Mani come nuvole” ha diverse applicazioni marziali, alcune facilmente intuibili, altre meno. Tra queste, la prima che possiamo individuare è una parata su un attacco diretto, come può essere un pugno al volto, che intercettiamo e portiamo all’esterno con il braccio che solleviamo, operazione che possiamo ripetere contro un eventuale secondo attacco sollevando il nostro altro braccio.

Una ulteriore applicazione, che possiamo eseguire sia come prosecuzione della parata prima descritta che come difesa su una presa al bavero o alla spalla, è un “avvolgimento” del nostro braccio sul braccio teso dell’attaccante, in modo da poter esercitare una leva all’interno o all’esterno del suo gomito, per costringerlo ad allentare la presa.
Quella che abbiamo descritto come una parata può però anche essere una percossa, che possiamo portare al volto di un aggressore con il dorso della nostra mano alta, imprimendo al nostro colpo la forza generata dalla torsione del busto e dal movimento della vita.

Questo movimento di torsione può essere utilizzato anche in caso di una presa al nostro polso o al gomito, quando non potendo muovere il nostro braccio bloccato, possiamo utilmente sfruttare il movimento generato dal busto per liberarci e successivamente bloccare o controattaccare il nostro aggressore.

Queste sono solo alcune delle applicazioni marziali di “Mani come nuvole”, molte altre possono essere dedotte cambiando –ad esempio – l’orientamento dei palmi delle mani verso l’esterno o verso l’interno, l’altezza delle braccia e l’inclinazione dell’avambraccio in funzione del dislivello tra gomito e polso.