Ogni tanto è opportuno concedere un po’ di attenzione a qualcosa di più vicino, in maniera da migliorare la capacità di comprendere ciò che è poi più lontano.

In molti tatami vengono tessute le lodi dell’etica e delle gesta dei Samurai giapponesi, non sempre a proposito e rispettando la verità storica; alla stessa maniera non di rado ai formidabili guerrieri del Sol Levante vengono affiancati gli Spartani, vera e propria “macchina da guerra” che però molti conoscono grazie a film di cassetta e leggende tutt’altro che rispondenti alla verità.

Ecco quindi che per conoscere meglio quelle che sono le nostre radici, sia di marzialisti che di europei, può essere interessante leggere questa raccolta di aneddoti di Plutarco, che ci restituisce l’immagine di un popolo che – tra storia e leggenda – continua ad essere protagonista dell’immaginario collettivo.

Scopriremo così non solo eccezionali atti di eroismo e abnegazione ma anche il durissimo prezzo pagato alla libertà, scopriremo come era impostato l’esercito spartano ma anche quanto contasse l’opinione pubblica e la reputazione, ci sorprenderemo nell’apprendere quale fosso il ruolo delle donne – madri e mogli di guerrieri – e quanto la gloria di Sparta fosse un “unicuum” in un mondo che aveva scelto di “conoscere l’altro” invece di considerare nemico chiunque fosse diverso.

Troveremo in questo libro aneddoti ben conosciuti, come quelli che riguardano il re Leonida e sua moglie Gorgo, ma anche episodi che possono farci riflettere su come e quanto i valori spartani, aldilà di rappresentare un brand commerciale di successo, possono ancora essere di ispirazione.

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