Qualche giorno fa David Alexander Sensei ha inviato a diversi suoi amici e conoscenti alcune sue riflessioni via e-mail, chiedendo loro di condividerle sui social network.

Come ricorda Ethan Weisgard Sensei, David Alexander Sensei è stato uno studente diretto di Morihiro Saito Sensei ed ha vissuto a Iwama per circa dieci anni, dai primi anni ’70 fino ai primi anni ’80.Grazie al suo lavoro, ha potuto allenare mattina e sera durante tutto il suo soggiorno giapponese e parlando fluentemente giapponese ha spesso tradotto le indicazioni di Saito Sensei durante i suoi seminari all’estero.

Come “pioniere” dell’Aikido, è stato anche uno dei pochi stranieri a fare da Uke per Saito Sensei nella serie di libri “Aikido tradizionale” ed ha raccontato alcuni gustosi aneddoti sulla sua permanenza iallo Ibaraki Dojo, raccolti in “Iwama Monogatari

Questo è quanto David Alexander Sensei ha voluto condividere con tutti noi.

Ciao amici dell’Aikido,
sono stato fuori dalla “vita” per un po’, ma quel che resta del mio vecchio cervello senile a volte pensa ancora alle cose.
Queste sono cose che mi sono venute in mente e che cercherei di insegnare ai miei studenti se ci fossi ancora dentro.
Probabilmente è roba vecchia da asilo per molti di voi, ma avrò 77 anni presto e non sarò in giro ancora per molto, quindi per favore siate gentili e tollerate un ORF ( (Old Retired Fart – Vecchia scoreggia in pensione).

1) Il movimento iniziale in ogni tecnica dovrebbe distruggere l’equilibrio avversario.
Questo è un aspetto particolare e dovrebbe essere oggetto di studi dettagliati.

2) Dopo che hai distrutto l’equilibrio, del tuo avversario, non restituirlo mai. Lo possiedi.

3) O’Sensei ha detto che il 90% della potenza nella tecnica dell’Aikido deriva dai fianchi.
Saito Sensei ha detto “koshi o sagete, hinete kudasai” (abbassa e ruota i fianchi). Questa è la definizione di “elica” (“rasenjo”),

4) La maggior parte dei movimenti di Aikido sono elicoidali e guidati dalla rotazione dell’anca; verso il basso (ad es. tecniche ura); verso l’alto (ad es. sankyo).
Ogni volta che Saito Sensei vedeva qualcuno usare solo la forza della parte superiore del corpo, diceva “Dame, koshi ga shinderu” (non va bene, i fianchi sono morti).

5) Il potere dell’Aikido deriva dall’hara (alcuni lo chiamano “un punto”). È nel basso ventre.
Gli scienziati moderni stanno scoprendo che molte funzioni neurologiche risiedono in questa zona. Lo chiamano “il secondo cervello”. In Oriente lo sanno da centinaia (migliaia? ) di anni.

6) “Kokyu rokyu” era qualcosa che alcuni di noi hanno scoperto a Iwama.
La definizione letterale è “potere del respiro addominale”, ma non è legata alla respirazione dell’aria. È una sensazione che viene dallo hara ed è più correlato al rilassamento.
Dopo aver svolto per molto tempo un allenamento impegnativo, viene naturale. Le spalle e la parte superiore del corpo sono rilassate, e il “potere” passa direttamente dall’hara nelle mani (o in qualsiasi altro posto lo si desideri).
Le mani possono afferrare il partner leggermente (in questo caso il nostro partner non percepisce una forza muscolare che viene applicata contro di lui e non resiste attivamente), oppuure possono stringere in maniera energica come una morsa, o ancora applicare una qualsiasi gradazione della forza tra questi due estremi, a seconda del livello di resistenza del partner.

Ok, questo è tutto. Divagazioni di un ORF (Old Retired Fart – Vecchia scoreggia in pensione). Un caro saluto a tutti voi.

Dave