Lo Shihō-Nage (四方投げ) è una tecnica attraverso cui si può proiettare un aggressore lontano oppure immobilizzarlo al suolo.

Questa tecnica è utilizzata in varie arti marziali giapponesi come Jiu Jitsu e Aikidō, ed è per certi aspetti una delle più diffuse e condivise, seppure con modalità di esecuzione a volte differenti tra le varie discipline, tanto che è possibile trovarla anche nella maggior parte dei programmi di autodifesa personale. A dispetto della sua origine storia e della sua ispirazione tratta dalla scherma giapponese è dunque una tecnica sempre attuale.

Il nome significa letteralmente “lanciare nelle quattro direzioni”, ed indica sia la possibilità di proiettare colui che subisce la tecnica in una qualsiasi direzione a scelta dell’esecutore, anche per utilizzarlo come possibile ostacolo per impedire che altri aggressori si avvicinino.

La tecnica si effettua tramite una leva sul braccio e deriva – come detto – dalla scherma giapponese ed in particolare è ispirata ai fendenti effettuati con il katana. Dopo essere stata estratta, la spada viene tenuta frontalmente in direzione dell’avversario. Se i movimenti sono già stati eseguiti, la spada si trova spesso in una posizione diversa, favorevole al movimento successivo.

Il movimento Shihō-Nage con la spada consiste originariamente nell’alzare la spada sopra la testa (Jodan) e tagliare verso il basso in direzione verticale o diagonale. Poiché la katana è tradizionalmente impugnata con entrambe le mani, la mano destra sul manico davanti e la mano sinistra all’estremità del manico, anche entrambe le braccia sono coinvolte nel movimento quando viene eseguita come tecnica di Aikidō. I quattro punti cardinali indicano la possibilità che dopo il primo movimento di taglio sia insito il sollevamento immediato e il taglio ripetuto.

La tecnica viene eseguita in modo identico senza spada: l’Aikidōka contrasta una presa su una o entrambe le mani portandosi in una posizione favorevole all’esecuzione attraverso movimenti di entrata e rotazione.

Durante il movimento di entrata e il sollevamento, l’aikidōka cambia presa e afferra i polsi dell’attaccante e ruota il suo corpo di 180 gradi rivolto dietro l’avversario. Quando viene eseguito in modo ottimale, si trova in una posizione in cui ciascuno dei suoi movimenti conduce direttamente alla proiezione dietro la sua posizione eretta. Se invece interrompe ogni movimento, anche questo porta ad una proiezione, poiché l’Aikidōka si trova in una posizione più vantaggiosa.

L’effetto si verifica quando l’energia cinetica del movimento in avanti dell’attaccante, supportata dalla leggera deflessione durante il movimento iniziale, viene convertita in una rotazione verso l’alto e, con la rotazione del corpo di 180 gradi, viene diretta in un movimento di lancio o taglio all’indietro. La rotazione del corpo dell’Aikidōka corrisponde all’allineamento della katana “in tutte e quattro le direzioni cardinali”. Il lancio corrisponde al forte movimento di taglio verticale o leggermente diagonale con la spada.

Presso il nostro Dojo di Grottaglie, in provincia di Taranto, studiamo il Takemusu Aikido seguendo la didattica di Saito Morihiro, come trasmessa dal Maestro Paolo Nicola Corallini, Direttore Tecnico della Takemusu Aikido Association Italy.