La sciabola è una delle armi da taglio con alle spalle una storia millenaria, che può essere interessante conoscere un po’ più a fondo.

Nella forma che oggi conosciamo, si tratta di una arma bianca con lama curva ad un filo con tagliente sul lato convesso e dorso robusto, che viene impugnata con una mano. Nell’uso didattico vengono utilizzate sciabole in legno oppure con lama sottile in metallo, caratteristica che consente di rendere visibile, tramite una vibrazione della punta, la efficace trasmissione dell’energia “esplosiva” sul bersaglio.

La lunghissima storia della sciabola, indicata in cinese con il termine “Dao”, è testimoniata anche dall’ideogramma刀 utilizzato per indicarla, che consiste in un pittogramma che ripropone – in maniera stilizzata – la forma della lama incurvata.

Non essendo oggi le armi bianche di uso comune, il termine “Dao” è ormai impiegato in maniera generica per indicare tutte le lame ad un solo filo e principalmente i coltelli da cucina.

Ferme restando le particolari variazioni intervenute nei millenni della sua storia, il Dao conserva comunque alcune peculiarità specifiche: come detto, la lama è a filo singolo e leggermente incurvata, caratteristica che – insiene al peso ed alla forma della lama (più stretta alle estremità e più larga nella parte centrale) rende quest’arma particolarmente efficace nei colpi di taglio fendenti.

Per bilanciare l’arma e rendere più efficace il maneggio anche l’impugnatura è leggermente incurvata dalla parte opposta a quella della lama. La presa è ad una mano e l’aderenza veniva migliorata avvolgendo sulla stessa impugnatura una corda o fasce di stoffa ruvida; nelle armi tradizionali, nulla è per caso e niente è inutile, e questi pezzi di stoffa svolazzanti non sono un mero vezzo estetico ma hanno la loro ragion d’essere sia dal punto di vista marziale che didattico.

Nella applicazione in combattimento infatti, questi potevano essere utilizzati per distrarre un avversario o per pulire l’impugnatura dal sangue per migliorare la presa. Alla stessa maniera non è casuale il colore rosso, che richiamando il colore del sangue intimoriva gli avversari. Dal punto di vista didattico invece, un accessorio visibile come una svolazzante “coda” rossa permette di vedere con più facilità la traiettoria ed i movimenti dell’arma, rendendo così più facile rilevare eventuali errori ed imprecisioni.

L’elsa paramani tra impugnatura e lama è solitamente di forma ovale ed a forma di coppa con i bordi rivolti verso la lama, per impedire al sangue o alla pioggia di bagnare l’impugnatura e renderla più scivolosa e per lo stesso motivo sulla lama sono presenti una o più scanalature, che facilitavano lo scorrimento del sangue.

Come per le altre armi, le dimensioni di un Dao dovrebbero essere adeguate alla corporatura di chi lo impugna, e normalmente i ritiene adeguata una sciabola lunga quanto il braccio teso, dalla mano fino all’orecchio.

Presso il nostro Kwoon di Grottaglie, in provincia di Taranto, studiamo il Tai Chi Chuan del Vecchio stile Fu, come trasmesso da Sifu Severino Maistrello, Direttore Tecnico della Wudang Fu Style Academy