“L’ultimo samurai” è un film del 2003 diretto da Edward Zwick. Ambientato in Giappone durante la ribellione di Satsuma, è stato candidato a quattro premi Oscar e a tre Golden Globe ed ha contribuito ad alimentare l’interesse nei confronti della storia e dell’epopea della classe dei samurai nipponici.
Si tratta, è bene ricordarlo, di un’opera di fantasia, sebbene ispirata a fatti e personaggi reali, e questo aspetto deve essere tenuto sempre bene in mente, nel valutare la attendibilità di certe affermazioni. Insomma, se il personaggio di Katsumoto richiama quello di Takamori Saigo, se nel film gli stranieri presenti in Giappone sono per lo più di nazionalità statunitense quando invece, nonostante il ruolo del Commodoro Perry nell’apertura dei porti, le maggiori potenze straniere presenti o rappresentate all’epoca erano i Paesi Bassi, Italia, la Francia e la Gran Bretagna, se il film unifica due eventi storici distinti nella storia giapponese quali la guerra Boshin e la ribellione di Satsuma. se la battaglia finale ha qualche punto di contatto con sia con la battaglia di Shiroyama che con quella di Nagashino, stiamo sempre parlando di una pellicola cinematografica e non di un documentario storico.
Questa lunga premessa vale a scusare le prevedibili imprecisioni che un esperto di lingua, cultura e storia giapponese potrebbe rilevare nel film, i cui pregi sono comunque di gran lunga superiori ai difetti.
L’argomento di questo articolo è però un altro, un particolare sicuramente sfuggito alla gran parte degli spettatori che può però esserci da stimolo per approfondire alcuni aspetti della lingua nipponica, ricca di sfumature e possibilità interpretative.
Parliamo dei caratteri incisi sulla lama della katana che Katsumoto dona a Nathan Algren prima della battaglia finale, kanji che si intravedono chiaramente – seppure per pochi istanti – in alcune inquadrature del film. Il significato di questa scritta viene illustrato dal samurai all’ufficiale americano, ma ad una analisi più attenta quei caratteri sembrano significare tutt’altro…
I caratteri incisi sulla lama sono 今古有神奉志士 e Katsumoto li legge come “appartengo al guerriero in cui i vecchi modi si sono uniti al nuovo“. In realtà, il significato letterale è abbastanza diverso, poiché i singoli caratteri possono essere tradotti come:
今 Ima: Adesso, ora, nel momento presente
古 Ko: passato, tempi antichi
有 Aru: possesso, di proprietà di
神 Shin: spirito, divinità
奉 Tatematsuru: Rispettare, offrire, presentare
志 Koko: Ambizione, determinazione, scopo
士Shi: Guerriero
e passando ad una interpretazione correlata dei caratteri otteniamo:
今 Ora, oggi
古 in passato
有神gli Dei appartengono (son favorevoli, sono dalla parte di)
奉seguono, rispettano, sono a servizio
志士Guerriero determinato
che potrebbe essere assemblata come “Ora e in passato c’è un dio che si schiera dalla parte dei guerrieri determinati a raggiungere il loro scopo”.
Dal momento che questa frase è abbastanza condensata e astratta – al pari del verso di una poesia – e non è la tipica affermazione che useremmo in un colloquio quotidiano, l’interpretazione dei caratteri potrebbe variare in funzione del traduttore, pur rimanendo un significato sostanzialmente simile che potremmo condensare come: “Gli dèi sono sempre stati dalla parte di chi ha coraggio e ambizione“, o semplicemente: “Gli dèi sono sempre stati dalla parte del guerriero“.
La differenza tra il significato di quanto è inciso sulla lama e quanto viene affermato nel dialogo tra i protagonisti non è dovuta ad esigenze di doppiaggio o a una traduzione superficiale in italiano, poiché anche nella versione originale si riscontra la stessa differenza. Rimane quindi la domanda se questa differenza sia dovuta ad una sottovalutazione della attenzione degli spettatori unita ad una ignoranza del significato dei kanji incisi sulla lama, ina altre parole: è possibile che un film costato 140 milioni di dollari si accontenti utilizzare una spada acquistata per poche decine di dollari, magari online? Sembra strano, ma non è improbabile e non sarebbe il primo caso di trascuratezza registrato da bloopers pignoli.
Sia come sia, aldilà del significato dei kanji, godiamoci il film e approfittiamone per riflettere sui valori e sui principi delle Arti che pratichiamo.
Per approfondire:
Le parole del tatami – 5 Bu / Wu 武
https://youtu.be/3lvbo57lqLw
Le parole del tatami – 9 Keiko 稽古 e Taiso 体操