Capita spesso che molti allievi considerino il loro insegnante di Arti marziali non una persona più esperta e con maggiori competenze rispetto alle loro in uno specifico campo di azione, ma piuttosto un Guru onnisciente, un Maestro Illuminato, un santone che possiede e benignamente dispensa urbi et orbi la Verità rivelata su ogni argomento dello scibile umano.
Capita altrettanto spesso che alcuni insegnanti di Arti marziali – per dolo o per colpa – non solo non contestino tale interpretazione ma, almeno implicitamente, la alimentino e la assecondino. Non a caso sui tatami, nei Dojo e nelle sale da combattimento, una delle barzellette più diffuse è: “Sai la differenza tra Dio e un insegnante di Arti marziali? E’ che Dio non si crede un insegnante di Arti marziali”.
In realtà, ovviamente, un insegnante di Arti marziali è una persona come tutte le altre, con i suoi pregi ed i suoi difetti, le sue qualità e le sue deficienze, i suoi punti di forza e debolezze e quindi – come tutte le persone – anche lui, a volte, sbaglia.
Errare è umano, e lo facciamo tutti, non ci sarebbe quindi niente di originale nel sottolinearlo; forse più interessante è analizzare alcuni degli errori in cui un insegnante di Arti marziali può incappare durante la sua attività. Errori a volte veniali, più raramente – per fortuna – gravi, ma che ciascuno a suo modo possono incrinare la fiducia dell’allievo verso il suo insegnante o perfino, nei casi più gravi, spingerlo ad abbandonare per sempre la pratica.
In questo video ne elenchiamo alcuni, un elenco indicativo e non certo esaustivo, consapevoli che – per dirla come il Siddharta di Hermann Hesse – di ogni verità è vero anche il contrario, e che quello che è sbagliato per qualcuno può essere giusto per altri.
Alcuni errori possiamo considerarli “generali”, ovvero in questi potenzialmente possono incappare tutti: insegnanti di Arti marziali e sport da combattimento, istruttori di discipline moderne e tradizionali, docenti a corsi misti, frequentati tanto di uomini che da donne, tanto da adulti che da bambini, e così via. Altri errori sono più specifici, e – per la loro natura – possono essere più frequenti in alcune situazioni piuttosto che altre, ma questo non li rende meno meritevoli di attenzione.
Ovviamente l’elenco ha valore innanzitutto per chi lo espone, che è ben lungi dall’essere perfetto; ci sarà quindi chi lo considererà una excusatio non petita (e non è escluso che in effetti lo sia) e chi vorrà arricchirlo con ulteriori esempi e pareri, frutto della propria esperienza personale. L’augurio è che possa comunque servire come punto di partenza per prendere in esame il proprio metodo didattico e renderlo sempre più efficace.