Qualunque sia la attività a cui ci dedichiamo, è indubbio che la nostra abilità avrà un aumento esponenziale se avremo la costanza di praticare quotidianamente gli esercizi necessari per apprenderne e applicare i principi.

Per quanto possa sembrare banale e pleonastico, si impara a cucinare cucinando, si impara a guidare un’automobile guidando e si impara a suonare uno strumento musicale esercitandoci con scale e solfeggi.

Ovviamente lo studio della teoria – nelle sue varie accezioni e sfumature – è parte integrante dell’addestramento, ma se questa è necessaria, la pratica è indispensabile. Non sempre abbiamo la possibilità di dedicare alle nostre passioni il tempo che vorremmo: lavoro, famiglia e impegni sociali a volte ci lasciano ben poche ore per coltivare le nostre passioni, ma è altrettanto vero che non di rado sprechiamo molto tempo in distrazioni e attività banali e che focalizzarci su un obbiettivo può aiutarci a riorganizzare le nostre giornate, facendoci scoprire risorse inattese.

In omaggio al detto latino “gutta cavat lapidem“, è molto meglio dedicare alle nostre attività di studio e formazione qualche decina di minuti ogni giorno piuttosto che tre ore filate una volta ogni quindici giorni, e questo ci dovrebbe spronare a trovare il tempo in cui – ogni giorno – organizzare la nostra pratica, sino a farla diventare una vera e propria abitudine.

Questa “forma mentis” ci aiuterà anche a sviluppare una attitudine virtuosa che ci consentirà di organizzare i maniera obbiettiva vari nostri impegni, in base alla loro urgenza e importanza, indipendentemente se li consideriamo un mero dovere da assolvere, una rottura di scatole o una piacevole incombenza.

Il significato del termine disciplina si rivelerà così nella sua accezione, che non ha nulla a che fare con una coercizione autoimposta ma si rivelerà piuttosto un prezioso strumento in grado di guidarci nell’agire in maniera efficace ed efficiente in famiglia e al lavoro, e non sono nella nostra pratica marziale.

la nostra routine quotidiana, anche di pochi minuti, sarà il nostro personale “shugyo” un termine giapponese che indica una sorta di pellegrinaggio compiuto per testare e migliorare le proprie abilità. Scritto con i caratteri 修行, che possiamo tradurre rispettivamente come “disciplina, studio, addestramento” e “andare, procedere, portare fuori”, questo termine si riferiva principalmente allo spostarsi nei vari Dojo da parte dei samurai giapponesi, al fine di confrontarsi con gli studenti di altre Scuole.

Oggi come allora però, il nostro avversario più subdolo e tenace siamo noi stessi, e questo nostro impegno quotidiano può avere risultati sorprendenti sul nostro progresso, se solo avremo la costanza di tenere fede all’impegno preso con noi stessi.