(Traduzione ed adattamento di “Osensei and Einstein” di Stefan Stenudd)

Il segreto dell’Aikido, disse O’Sensei, “è armonizzare sé stessi con il movimento dell’universo e portare sé stessi in accordo con l’universo stesso”, cosa evidentemente più facile a dirsi che a farsi. Comunque, ho scoperto la prospettiva di O’Sensei ricercando nella pratica dell’Aikido, quanto più accuratamente possibile, secondo un punto di vista scientifico.

Per Aikido non intendo l’esecuzione di simpatici trucchi per far cascare un avversario, e neppure un piacevole esercizio fisico in cui due persone si spingono intorno a vicenda (per quanto questo possa essere abbastanza divertente), ci dobbiamo invece concentrare sulla visione misteriosa che ebbe O’Sensei. Allora noteremo un piacevole accordo tra gli ideali dell’Aikido e l’ordine del cosmo. Infatti, i principi dell’Aikido calzano a pennello con le più recenti teorie astronomiche.

Nello spazio, quando due corpi celesti si muovono abbastanza vicini tra loro, sono governati dalla forza di gravità. La gravità fa si che la terra orbiti intorno al sole, piuttosto che perdersi nel vasto vuoto spaziale. Quando nel 1680 Isaac Newton per primo calcolò le leggi della gravità, la descrisse come una forza che attraeva i corpi celesti l’uno con l’altro – non diversamente da un cavallo selvaggio domato grazie ad una corda passata intorno al collo che lo costringe a galoppare in circolo invece di fuggire lontano. A causa della sua enorme massa, il Sole può costringere la Terra ad una orbita circolare, nonostante il pianeta abbia la tendenza a muoversi lungo una linea diritta. Questo agire di forze infinite, con i giganti celesti in eterno conflitto, non è particolarmente piacevole.

Al principio del secolo scorso, Albert Einstein presentò le sue teorie della relatività, e cambiò completamente questa prospettiva. Egli mostrò che la gravità non era una specie di tiro alla fune, ma una curvatura del continuum spazio-temporale: quando la Terra orbita intorno al Sole, per tutto il tempo viaggia dritta lungo il suo percorso – invece è lo stesso Spazio che si curva intorno al Sole. Per questo motivo il pianeta Terra non scompare nello spazio profondo, senza che il Sole debba tirarla. L’orbita della Terra può essere paragonata alla piccola ruota presente nelle gabbie dei roditori domestici, nella quali un criceto corre in continuazione, dritto davanti a sé, senza muoversi dal posto dove si trova.

Questo può essere molto frustrante sia per i corpi celesti che per i piccoli criceti, ma è innegabile che costituisca una specie di stella polare per orientare la pratica dell’Aikido. Lo uke non deve essere proiettato al di fuori della sua traiettoria tramite una azione di forza, ma grazie ad una curvatura del continuum spazio-temporale, in maniera tale da percepire che la traiettoria che sta seguendo è esattamente quella che ha scelto. Poiché questa è la maniera in cui si muove il cosmo, e ogni cosa al suo interno, non dovrebbe essere troppo difficile da imparare, non è vero?