E’ possibile trasmettere i principi ed i concetti della Difesa Personale quando da un anno a questa parte non è possibile – a causa della pandemia da Covid-19 – praticare attività che prevedano il contatto fisico?

Chi crede che la Difesa Personale sia solo un insieme di tecniche più o meno acrobatiche in cui una esile fanciulla riesce a neutralizzare l’energumeno di turno risponderà sicuramente di no. Noi invece, insieme a molti altri qualificati ed esperti operatori del settore, sappiamo che la Difesa Personale è soprattutto prevenzione, e che si giunge a dover applicare delle tecniche fisiche di autoprotezione solo quando malauguratamente non siamo riusciti a mettere in atto le strategie che avremmo dovuto applicare.

Con questa consapevolezza abbiamo accolto volentieri l’invito delle responsabili di ALZAIA,  ONLUS tarantina che si occupa di assistere le donne vittime di violenza domestica e di genere con cui avevamo già collaborato in occasione di “Ho bisogno del mio carnefice?”, un convegno tenuto presso la nostra sede sul tema della violenza di genere e dipendenze affettive, e con loro abbiamo stilato un programma di incontri da svolgere online insieme ad alcune delle donne seguite dalla associazione.

Vista la particolarità dei temi trattati e le esperienze vissute dalle partecipanti, gli incontri sono stati organizzati in maniera da tutelare la privacy delle partecipanti, consentendo allo stesso tempo – a chi lo avesse desiderato – di condividere con le altre partecipanti alcune delle esperienze vissute, in modo da esaminarle come casi di studio da analizzare.

Il particolare periodo di isolamento dovuto alla pandemia da Coronavirus e l’aumentato ricorso a strumenti telematici per smart working, didattica a distanza e comunicazione personale ha portato a scegliere come primo argomento da trattare proprio le precauzioni da adottare per tutelare la privacy ed i propri dati sensibili nell’impiego dei social network. Sono state prese in analisi le impostazioni principali per FaceBook, Instagnam e WhatsApp, dalla scelta del pubblico che può visualizzare i nostri post alle limitazioni possibili per evitare intrusioni sul nostro profilo, tag indesiderati e contatti sgraditi.

In una sorta di necessaria compensazione tra gli avvenimenti delle nostre attività quotidiane ed i rischi di una “vita virtuale” che sempre più spesso tracima nel reale, il secondo incontro ha approfondito il tema della gestione della distanza interpersonale, ala ricerca di un personale compromesso tra le necessità sociali e le esigenze emotive. Scegliere a chi permettere di colmare la nostra “distanza intima” e chi deve rimanere nella “distanza personale”, quando adottare la “distanza sociale” e quando scegliere la “distanza pubblica” sembra facile ma a volte il nostro sentire emotivo si scontra con le convenzioni sociali, gli obblighi lavorativi e le necessità di una vita quotidiana che – anche in tempi pre-covid – registrava una sorta di schizofrenica contraddizione tra città sempre più affollate e individui sempre più soli.

“Rotto il ghiaccio” con le partecipanti, con il terzo incontro ha affrontato un argomento cardine della Difesa Personale, ovvero la prevenzione. Cos’è e come ottenerla, partendo dalla consapevolezza che il “rischio zero” non esiste. Se è vero che nessuno – con nessun mezzo – potrà fare in modo da evitare sempre qualsiasi tipo di rischio è altrettanto vero che non è il caso di affidarsi alla buona sorte e sperare che non tocchi mai a noi. Tra il fatalismo di chi si affida alla sola fortuna e la paranoica blindatura in un bunker antiatomico esistono infinite possibilità, che ciascuno/a può e deve scegliere in maniera attenta e consapevole.

Per adottare una efficace prevenzione non si può prescindere dalla necessaria consapevolezza della minaccia da affrontare. Per questo il quarto incontro ha affrontato il tema “Aggressione e aggressori, come distinguere e gestire la situazione di pericolo” per fare luce sulle varie eventualità in cui possiamo malauguratamente incappare. Una lite di condominio è diversa da un diverbio stradale, una aggressione a sfondo sessuale è diversa da una rapina e le molestie di una persona in stato alterato di coscienza devono essere gestite diversamente da quelle di uno stalker lucido e determinato.

In qualunque attività, la perizia dell’operatore non può prescindere dalla conoscenza dello strumento da impiegare e questo assunto è valido anche e soprattutto nella Difesa Personale, in cui essere consapevoli di come reagiamo ad una minaccia o ad una aggressione po’ fare letteralmente la differenza tra la vita e la morte. Per questo il quinto incontro è stato dedicato ad analizzare gli effetti dello stress e della paura e le modalità con cui il nostro corpo e la nostra mente rispondono alle situazioni di rischio.

Con il quinto incontro si concludeva il programma previsto, ma l’interesse mostrato dalle partecipanti e l’opportunità di affrontare altri argomenti hanno portato alla scelta condivisa di aggiungere altri tre appuntamenti a quelli originariamente previsti. Il primo di questi è stato dedicato ad analizzare le differenze fisiche, psicologiche e sociali tra uomo e donna. La Difesa Personale non è infatti un “pacchetto” anonimo valido per tutti alla stessa maniera ma piuttosto un “vestito su misura” che deve essere pensato in funzione di chi lo deve indossare. Partendo quindi dalle caratteristiche antropologiche che sin dalla notte dei tempi hanno modellato la nostra psiche e le nostre abitudini, si è visto come si possa reagire in maniera differente anche alla stessa minaccia e come alcuni stereotipi sociali abbiano più o meno ragione di essere.

Il settimo incontro è stato dedicato alla analisi delle novità legislative che ha comportato la adozione del cosiddetto “Codice rosso” e dalle disposizioni normative adottate per prevenire e reprimere la violenza di genere e domestica, dall’inasprimento delle pene già previste alla introduzione di nuove fattispecie di reato.

L’ultimo incontro è stato dedicato al bullismo, un fenomeno purtroppo sempre più spesso ai tristi onori della cronaca. Partendo da come questo trovi quasi sempre origine nel mondo giovanile e nell’ambiente scolastico, abbiamo allargato lo sguardo a fenomeni simili ed altrettanto odiosi, come il mobbing in ambiente lavorativo, lo stalking, il nonnismo militare, la goliardia accademica e le molestie pubbliche.

Al termine del ciclo di incontri, le partecipanti hanno espresso unanime apprezzamento per i temi trattati e per la condivisione di esperienze che ha contribuito a rendere ancora più interessante e partecipato lo scambio di opinioni e ci si è dato appuntamento – quando possibile – per una serie di incontri “in presenza” in maniera da analizzare praticamente i principi e le tecniche fisiche di autoprotezione che possono essere adottate in caso di necessità.