Come è stato già accennato nei precedenti articoli che analizzavano alcune delle 37 forme principali che sono alla base della pratica del Tai Chi Chuan, ognuna di queste forme, sia che venga eseguita in forma statica che dinamica, è molto di più di un mero esercizio fisico. Per quanto semplice possa apparire infatti, le forme codificate, quando eseguite con costanza e attenzione, riverberano i loro effetti non solo sulla struttura fisica del praticante, ma anche sul suo aspetto emotivo e psicologico. Come abbiamo già scritto (ma è sempre utile ripeterlo) questa consapevolezza non è patrimonio esclusivo dell’Oriente, tanto che già i latini sostenevano che “mens sana in corpore sano” e la saggezza popolare è ricca di proverbi e modi di dire che esprimono quanto sentimenti ed emozioni possono influenzare il nostro stato fisico, e viceversa, andando da “persona equilibrata” a “far salire il sangue alla testa”, passando per “rodersi il fegato per la rabbia” o “sentire le farfalle nello stomaco”. E’ altrettanto utile ripetere che senza una pratica costante e attenta, il minimo che si possa ottenere è non constatare nessun effetto, quando non esporsi a incidenti o infortuni. Durante l’esecuzione di una sequenza di forme dinamiche o di un lavoro sulle posture statiche è fondamentale essere nel “qui ed ora” per ottenere il massimo dei benefici che la pratica delle discipline interne può donarci.

L’analisi del nome

Passando ad analizzare alcuni punti salienti della forma conosciuta in Occidente come “Respingere la Scimmia”, è interessante partire dal nome originale e dai caratteri ideogrammatici che lo identificano. In Cina questa forma è chiamata “Zu?yòu dàoju?n g?ng” che possiamo tradurre letteralmente come “Camminare indietro a destra e sinistra avvolgendo/spazzando con le braccia”  sulla base dei caratteri : 左 Zuǒ: sinistra; 右 yòu: destra; 倒 dào: camminare all’indietro; 卷 juǎn: arrotolare, avvolgere, spazzare; 肱 gōng: braccia. Come in molti altri casi, gli ideogrammi riportano una descrizione fisica e meccanica della forma, descrivendo in poche parole il movimento da eseguire e l’effetto da ottenere. Dedichiamoci quindi a questo primo esame, rilevando come la prima parte che indica le direzioni del movimento (sinistra e destra) siano presenti in questa forma come in altre comprese nel curriculum delle 37 principali, come “Spazzare il ginocchio” o “Separare la criniera del cavallo selvaggio”. Possiamo intendere questa indicazione tanto come una conferma del fatto che questa forma può essere eseguita nella sua dinamica con l’uno o l’altro braccio per effettuare il movimento principale, ma anche come notazione particolare riferita allo spostamento dei piedi, come vedremo più avanti. Il carattere 倒 dào indica il camminare all’indietro, che è una delle peculiarità di questa forma, ma è interessante notare che lo stesso carattere può essere letto come “dǎo” con una pronuncia leggermente diversa e con il significato di “far cadere, far crollare, danneggiare qualcosa”, che in qualche modo richiama l’effetto di questa tecnica su un avversario. Anche per quanto riguarda il carattere 卷 juǎn possiamo fare un ragionamento analogo; con l’accento riportato si traduce come “arrotolare ,avvolgere, spazzare”, che esprime la meccanica e l’effetto di questa tecnica applicata su un avversario, ma lo stesso carattere si può leggere anche come “quán” che esprime l’azione di piegare, flettere o curvare, che anche in questo caso può richiamare la esecuzione pratica della tecnica. Esplicito è invece il riferimento alle braccia con l’ideogramma 肱 gōng, che indica appunto gli arti superiori nella parte tra i gomiti e le spalle.

L’esecuzione della forma

Nella esecuzione pratica della forma, è importante notare alcuni punti salienti, primo tra questi l’attenzione da porre nel mantenere il peso principalmente sul piede arretrato, senza portare il busto in avanti. Altrettanto importante è aprire il piede posteriore di circa 30 – 45° rispetto alla linea diritta di riferimento e – nella esecuzione dinamica – spostare il piede dietro non lungo li linea dritta di riferimento ma un po’ al lato, in modo da aprire il Qua, ovvero la zona interna dell’inguine e le articolazioni coxo-femorali per far lavorare in maniera corretta le anche e la colonna vertebrale. Tanto importante è il lavoro della parte inferiore del corpo quanto lo è quello della parte superiore; nella forma statica, ma soprattutto nella forma dinamica, il movimento delle braccia deve essere tale da esprimere due azioni differenti e complementari: il braccio alto e steso spinge in avanti mentre quello più basso e piegato tira verso il centro dell’addome e non sul fianco, in maniera che il busto non rimanga frontale ma assuma una posizione angolata. E’ opportuno ricordare che tanto la esecuzione statica che quella dinamica di questa forme (come per tutte le forme del Tai Chi Chuan) devono essere eseguite facendo lavorare entrambi i lati del corpo, e quindi eseguendole invertendo la posizione delle braccia e delle gambe, mantenendo una corretta postura con le spalle rilassate, in maniera da favorire il rilassamento attivo (“Song”), migliorare l’equilibrio e il radicamento e attivare il movimento spontaneo. Nella esecuzione dinamica, questa forma si esegue per tre volte o per un numero di ripetizioni multiplo di tre, ovvero sei o nove, in base allo spazio a disposizione. Il piede avanzato che poi si sposta dietro nella forma in modalità “Wen” orientata al benessere non viene sollevato dal pavimento, mentre nella esecuzione veloce “Wu” più mirata all’applicazione marziale la gamba può essere sollevata come per eseguire un calcio di punta. In entrambe le modalità è importante coordinare il movimento delle gambe e delle braccia in modo da favorire le tre armonie esterne, ovvero l’azione complementare tra polsi e caviglie, ginocchia e gomiti, spalle e anche. Sempre nella forma dinamica, quando si aprono le braccia per indietreggiare, è bene controllare con lo sguardo la mano che va dietro e nello stesso tempo guardare la mano che avanza, sviluppando la visione periferica.

Gli effetti sul benessere

La pratica di questa forma stimola spalle, gomiti, braccia, la vita, le gambe, le anche e l’inguine e aiuta a trattare il disagio dei reni. Particolarmente utile è poi l’esercizio di camminare all’indietro, che non solo stimola e tonifica l’apparato locomotore grazie all’esecuzione di azioni che non fanno normalmente parte dei movimenti quotidiani, ma migliora l’attenzione, l’equilibrio e l’attenzione. Particolarmente interessante è in proposito il risultato dello studio effettuato da un gruppo di ricercatori dell’università inglese di Roehampton, che hanno dimostrato che camminare all’indietro aiuta ad “andare indietro” nel tempo, rivelandosi un ottimo esercizio per potenziare la memoria. A questo punto l’attento lettore si chiederà che cosa c’entra la scimmia che da il nome alla forma. Questo animale fa parte di storie e leggende millenarie nella cultura cinese e ci piace pensare che la pratica di questa forma, migliorando attenzione e concentrazione del praticante, aiuti a scacciare ed allontanare da noi uno dei tre “vermi” che affliggono la vita dell’uomo, ovvero la Scimmia che rappresenta le distrazioni e le perdite di tempo che portano la nostra mente a “saltellare” di qua e di la senza costrutto Come per tutte le forme del Tai Chi Chuan, anche questa per essere realmente efficace deve essere curata nei minimi particolari, a partire dalla postura, con esecuzione dei vari passaggi “fotogramma per fotogramma” sia nel modo di esecuzione statico (detto tradizionalmente “mantenere la forma per sedici respiri”) che nella sua esecuzione dinamica, con la esecuzione successiva di eventuali esercizi specifici e applicazioni marziali con l’ausilio di un compagno di pratica.