Sesto volume della collana “Manualità” di The Ran Network questo testo rappresenta una ulteriore, prezioso tassello, utile a comporre il panorama tecnico e culturale compreso nella pratica del Nihon Tai Jitsu.

Grazie anche alla prefazione di Claudio A. Regoli ed alla introduzione di Giancarlo Bagnulo, si viene subito inquadrati in quello che sarà lo spirito dell’opera e l’argomento trattato, tanto profondo quanto poco conosciuto anche da praticanti non certo alle prime armi.

Con la chiarezza e la profondità ben note a chi ha già avuto modo di leggere i suoi scritti, a tratteggiare l’origine storica dei sutemi waza ci pensa Adriano Amari, che fornisce un racconto preciso ed al tempo spesso affascinante, che ha – tra i molti meriti. Quello di farci riflettere sulla fortuna che abbiamo avuto nel ricevere ciò che i nostri Maestri hanno traghettato nei flutti della tradizione.

Dopo questi “amuse-bouche” siamo pronti a gustarci il meglio, cosa che puntualmente avviene sfogliando il corpo principale di questo volume, in cui Andrea Mazzoni si conferma non solo un Maestro oramai tecnicamente pronto a raccogliere l’eredità di suo padre Daniele, ma anche un insegnante che interpreta al meglio il suo ruolo in un mondo in cui comunicare è sempre più importante.

Testi chiari, sintetici ma esaustivi e immagini a colori che illustrano i passaggi principali di ogni tecnica testimoniano di uno sforzo che vuole restituire la giusta dignità ad un bagaglio tecnico a volte troppo sottovalutato. Patrimonio della Scuola tradizionale del maestro Minoru Mochizuki, trasmesse e riportate ai giorni nostri dal Maestro Roland Hernaez, le sutemi waza rappresentano molto di più che una efficace “extrema ratio” da applicare per avere la meglio su un coriaceo avversario.

A maggior chiarimento di quanto detto nel video, è opportuno notare che il M° Claudio A. Regoli ha sempre ribadito una fondamentale differenza tra chi esegue sutemi e l’atto definitivo del kamikaze; mentre il secondo ha una ispirazione divina ed è pronto a perdere la vita nel suo gesto che di fatto non ha praticamente nessuna elaborata strategia se non quella di infliggere la maggior quantità di danni possibili al suo bersaglio, chi esegue sutemi agisce eseguendo una scelta (di tempo, di spazio e di azione) in base ad una precisa strategia, nell’ottica di raggiungere la neutralizzazione dell’avversario riportando però auspicabilmente la minor quantità di danni per se stesso.

Il termine “sacrificio”, utilizzato per illustrare l’attitudine fisica ed emotiva che deve assumere di decide di applicare queste tecniche offre quindi una ampia gamma di riflessioni, quasi altrettante di quante ne presenti l’ideogramma giapponese che le indica nella Terra del Sol Levante; così tante che ci toccherà fare un post a parte, ringraziando sin d’ora Andrea Mazzoni per questo, nuovo, prezioso volume e ricordandogli che non c’è due senza tre…

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