Si è conclusa questa settimana una serie di tre incontri riservati alle dipendenti della sede locale della Knorr-Bremse Rail Systems Italia, una azienda toscana specializzata nella progettazione, produzione ed integrazione di impianti freno di tipo pneumatico, elettro-pneumatico ed elettro-idraulico per veicoli ferroviari, metropolitani e ferrotranviari.
Durante questi incontri sono stati analizzati ed approfonditi i principi teorici e le tecniche pratiche della Difesa Personale, relativamente ai possibili rischi e alle possibilità applicative delle partecipanti. Come sempre in questi casi, è stato un incontro dove la comunicazione è stata bidirezionale, con uno scambio costante e proficuo di informazioni, commenti, suggerimenti e impressioni.
Visto il limitato tempo a disposizione e la necessità di adattare gli incontri all’ambiente disponibile (una sala riunioni all’interno della azienda), la scelta condivisa con la direzione aziendale che ha voluto realizzare questo progetto è stata di puntare a realizzare una introduzione ai principi della Difesa Personale. Nessuna formula magica, nessuna scorciatoia, nessuna soluzione miracolosa, nessuna promessa da imbonitore di piazza che contraddice le leggi della fisica e della meccanica.
In questi tre incontri abbiamo stimolato domande personali piuttosto che offrire risposte preconfezionate, abbiamo cercato di fornire gli strumenti per trovare soluzioni individuali piuttosto che imporre tecniche “universali”, abbiamo dedicato molto tempo a sottolineare l’importanza della prevenzione, perché il 90% della Difesa sta lì, ed il resto – purtroppo – deve quasi sempre fare i conti con il fattore fortuna.
Sarebbe stato davvero presuntuoso avere la folle illusione di insegnare in una manciata di ore come si applica un kote-gaeshi o come si tira uno shihonage a chi non sa neppure cosa sia un tatami, così come sarebbe stato ingenuo pensare di proporre tecniche di proiezione o di blocco che neppure la stragrande maggioranza degli appartenenti alle Forze dell’Ordine sa applicare correttamente (e i risultati, purtroppo, si vedono).
Non abbiamo fatto spettacolo, non abbiamo vellicato la protervia di aspiranti giustizieri della notte e abbiamo spiegato che “Taken” è solo un film e la realtà è un’altra, una realtà che quando passa dal pronto soccorso di un ospedale o dalle aule di un tribunale si mostra in tutta la sua devastante capacità di sconvolgere in un attimo i progetti di una vita.
Tanti i temi affrontati, dalla gestione della distanza applicata ai principi della prossemica alla analisi delle reazioni fisiche ed emotive causate dal Sistema Nervoso Autonomo, dal codice a colori di Cooper alla necessità di mantenere sempre uno stato di “presenza” che di permetta di cogliere per tempo eventuali situazioni potenzialmente pericolose e agire di conseguenza. Dal punto di vista pratico abbiamo visto come gesti semplici e alla portata di tutti possono fare la differenza per parare uno schiaffo, liberarci da un tentativo di strangolamento o da una presa alle braccia o alle spalle, sperimentando anche come utilizzare per difenderci oggetti di uso quotidiano come ombrelli, penne o mazzi di chiavi.
Una nota di merito va alle partecipanti, che si sono “messe in gioco” con la giusta attitudine, mostrando impegno e concentrazione nell’analizzare gli scenari proposti e condividere le loro esperienze personali, ma il più grosso ringraziamento va alla direzione aziendale della Knorr-Bremse Rail Systems Italia che ha fortemente voluto questo momento di formazione per le proprie dipendenti, ulteriore dimostrazione di un impegno sociale testimoniato dal quadro che accoglie i visitatori all’ingresso della sede di Grottaglie: un quadro che vede un disco frenante con diverse mani poggiate sulla sua circonferenza ed al centro un fiocco rosso, una immagine che ha un titolo evocativo, “Brake the silence“, che con un efficace gioco di parole richiama il core business aziendale e la necessità di “rompere il silenzio” che spesso sommerge e travolge le vittime di violenza; un disegno in cui il disco freno rappresenta il potere e la forza dell’impegno aziendale nel mettere tutta la forza necessaria per fermare la violenza, con le mani unite e resilienti a simboleggiare la determinazione a bloccare il silenzio che circonda questa sfida.
“Uniti, possiamo fare la differenza“, recita la didascalia che presenta quel quadro ed è un concetto che dovrebbe essere ricordato più spesso in famiglia, a scuola, in azienda e dalle istituzioni.
Grazie allora alla direzione aziendale della Knorr-Bremse Rail Systems Italia per averci voluto parte di questo progetto, ma soprattutto per aver dimostrato una sensibilità più unica che rara su un problema ancora troppo spesso sottovalutato.